INFO IN https://www.youtube.com/watch?v=-xdVzYOx5mg
Progetto in collaborazione tra la Soprintendenza Archeologica per l'Abruzzo e il MIBACT (Vincenzo Torrieri, Silvano Agostini, Vincenzo d'Ercole), l'Università di Chieti (Oliva Menozzi, Valeria Acconcia, Maria Cristina Mancini, Eugenio di Valerio, Clara Tamburrino, Maria Giorgia di Antonio, Serena Torello Di Nino) ed il Comune di Capestrano.
VIDEO CAMPAGNA 2015 AL LINK https://www.facebook.com/video.php?v=483632628454284&set=vb.453599788124235&type=2&theater
VIDEO CAMPAGNE 2017 E 2018: https://www.youtube.com/watch?v=-xdVzYOx5mg
L’Abitato ed il territorio
Le indagini archeologiche a Capestrano, hanno rivelato l’esistenza di un abitato antico, quello di Aufinum, che dispone di un assetto territoriale ben organizzato. Il colle è cinto da diversi circuiti murari, che fungono più che da difesa, soprattutto da sostruzioni di terrazzamenti, che presentano almeno due fasi di utilizzazione, una databile alla fase ellenistico-romana, mentre la seconda ad età tardo-medievale. Sulla sommità del colle, che fungeva da acropoli, sono stati portati in luce due templi ascrivibili al periodo tra III e I sec. a.C. Altra prerogativa del vicus è il cosiddetto teatro o edificio per riunioni, che ricalca il pendio della collina. Le gradinate sono costituite da un’alternanza di gradini di due diversi spessori, per la seduta e per la pediera.
La necropoli di Fossa Scopana
Nel luglio del 2009 è stata effettuata la prima campagna di scavo, da parte del’Università G.d’Annuncio di Chieti, nella necropoli di Capestrano, relativamente ad un’area funeraria di età romana, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo, che lavora sulle sepolture italiche sin dal 2001. Le tombe presentano diverse tipologie, a fossa, a dado, a camera ed entro recinto, sia ad inumazione che ad ncinerazione. La maggior parte delle incinerazioni sono costituite da una fossa con urna e corredo sia all’interno che all’esterno o solo all’interno dell’urna. Sostanzialmente i corredi sono per la maggior parte costituiti da ollette e pocula a pareti sottili, numerosissimi balsamari con collo verniciato, unguentari in vetro, alcune anche fusi perché ritrovati all’interno dell’urna, lucerne e piatti. Lungo l’asse stradale è stata individuata una epigrafe funeraria con la faccia rivolta verso l’asse stradale la cui trascrizione cita: ANNIAE TITI FILIAE POSILLAE BASSUS FRATER POSUIT