In primo luogo, per il fatto che questa modalità di approvvigionamento energetico ne rappresenta la frontiera più remota, perché direttamente collocata nello spazio cosmico, e al tempo stesso più promettente (National Security Space Office, 2007; Warmflash, 2017). In secondo luogo, perché essa implica le nuove tecniche e dunque non può essere disgiunta dall’altra profonda trasformazione che stiamo vivendo, l’innovazione tec-nologica (Yates e Rice, 2020). In terzo luogo, come ampia letteratura documenta, l’approvvigionamento ener-getico innesca processi sociali plasmando le società coinvolte (Rosenbaum e Mautz, 2011; Davidson e Gross, 2018). Pertanto, possiamo dire che la transizione verso nuove fonti di energia, e segnatamente il ricorso all’energia solare spaziale, produrrà delle trasformazioni che prevedibilmente daranno i primi frutti tangibili a partire dalla seconda metà di questo secolo.