FROM PSYCHIATRIC DISORDER TO SPIRITUAL GIFT: PHENOMENOLOGY AND CEREBRAL CORRELATES OF HEARING VOICES
Progetto Il progetto mira ad indagare gli aspetti qualitativi e il substrato cerebrale di un fenomeno controverso della ricerca in psicologia: il “sentire le voci”. Classicamente considerate sintomo psichiatrico, le allucinazioni uditive (AU; percezione di suoni/voci in assenza di stimoli fisici) sono frequenti in alcune condizioni cliniche, quali la schizofrenia (circa 70% dei pazienti) e alcuni disturbi dell’umore (11-63% dei pazienti con depressione o disturbo bipolare). Un aspetto interessane è che le AU sono relativamente
frequenti anche nella popolazione generale non-clinica, con un’incidenza che si aggira attorno al 4-15%.
Mentre le AU in condizioni cliniche sono ampiamente studiate e risultano perlopiù a valenza negativa,
con un impatto negativo sulla vita del paziente e non controllabili, le AU in condizioni non cliniche non
risultano avere un impatto negativo sulla vita delle persone che le esperiscono, che spesso invece le
definiscono come una caratteristica che definisce positivamente l’identità della persona, tanto che –
secondo alcuni studi – le persone tendono a “coltivare questa abilità”. Un aspetto emergente di tale
fenomeno è l’associazione tra AU non cliniche e credenze religiose/spirituali: nella maggior parte delle
persone con AU non inquadrabili in una diagnosi clinica, infatti, sono stati riscontrati elevati livelli di
spiritualità, tanto da far emergere la questione di un possibile rapporto di causa-effetto tra questi
fenomeni. Una prima indagine sembrerebbe indicare che le AU precedono la credenza spirituale,
lasciando ipotizzare che non sia l’elevata spiritualità a favorirle, ma sia invece plausibile un rapporto
inverso. Tale ipotesi, tuttavia, risulta ancora poco esplorata e il primo obiettivo di questo progetto è
proprio quello di indagare gli espetti qualitativi delle AU nella popolazione sana, in partecipanti
credenti/religiosi e non. Questo primo obiettivo sarà perseguito attraverso questionari psicologici
somministrati online ad un ampio campione di partecipanti volontari. I questionari indagheranno,
attraverso test standardizzati, attitudini religiose/spirituali, tratti di personalità, tendenza alle “esperienze insolite”, inclinazioni cliniche (ansia e depressione).
Per quanto concerne le basi cerebrali delle AU, nella popolazione clinica è ormai acclarato il ruolo cruciale delle aree cerebrali deputate all’analisi del linguaggio (soprattutto aree temporali dell’emisfero sinistro), che in tali condizioni si attiverebbero “erroneamente”, pur in assenza di stimolo fisico. Risultati scarsi e contrastanti sono invece stati riportati sulla relazione tra attivazione cerebrale di tali aree e AU non cliniche. Partendo dall’evidenza secondo cui le AU cliniche contengono molto spesso messaggi a valenza negativa e sono solitamente associate ad una attivazione delle aree dell’emisfero sinistro, è ipotizzabile che l’attivazione emisferica sinistra in assenza di stimolo fisico sia associata alla valenza negativa del messaggio (come dimostrato da una serie di studi precedenti) e sia quindi non presente nelle AU non cliniche. Il secondo obiettivo del progetto è quindi quello di verificare l’attivazione cerebrale a riposo e durante la percezione di stimoli uditivi e di confrontare tale attivazione con quella registrata durante l’immaginazione di messaggi verbali a valenza neutra, positiva e negativa. A tale scopo, un sotto-campione di partecipanti sani che avranno preso alla prima parte del progetto verrà selezionata, sulla base dei punteggi ottenuti ai questionari di personalità, di spiritualità e di propensione ad esperire AU, e verrà invitata in laboratorio per svolgere una serie di compiti computerizzati. Durante l’intera sessione, il segnale elettroencefalografico (EEG) dei partecipanti verrà registrato per poter indagare l’attività cerebrale, che sarà poi correlata con i punteggi ottenuti ai questio