ID:
L00941
Durata (ore):
42
CFU:
6
SSD:
CRITICA LETTERARIA E LETTERATURE COMPARATE
Sede:
CHIETI
Url:
FILOLOGIA, LINGUISTICA E TRADIZIONI LETTERARIE/CORSO GENERICO Anno: 1
Anno:
2024
Dati Generali
Periodo di attività
Primo Semestre (01/10/2024 - 31/01/2025)
Syllabus
Obiettivi Formativi
1) conoscenza degli argomenti trattati nel corso, con riferimento al contesto letterario, storico e sociale delle narrazioni affrontate; 2) comprensione dei concetti e dei metodi proposti; 3) capacità di applicare tali conoscenze in modo autonomo e consapevole alla lettura dei testi; 4) capacità di rielaborare e argomentare efficacemente i contenuti studiati; 5) capacità di costruire un percorso interpretativo chiaro, interessante e personale.
Prerequisiti
Nessun particolare prerequisito, se non un genuino interesse per la letteratura.
Metodi didattici
Lezioni frontali e discussione seminariale in classe
Verifica Apprendimento
Esame orale e seminario facoltativo (quest'ultimo solo per i frequentanti)
Testi
Bibliografia primaria [i testi, se letti in lingua originale, vanno bene in qualsiasi edizione recente]:
- Matthew. P. Shiel, La nube purpurea (ed. consigliata Adelphi) - The Purple Cloud (1901)
- Jack London, La peste scarlatta (ed. consigliata Adelphi) - The Scaret Plague (1912)
- James Ballard, Il mondo sommerso (es. consigliata Feltrinelli) - The Drowned World (1962)
- Cormac McCarthy, La strada (ed. Consigliata Einaudi) - The Road (2009)
- Laura Pugno, Sirene (Marsilio, 2007)
- Niccolò Ammaniti, Anna (Einaudi, 2015)
- Violetta Bellocchio, La festa nera (Chiarelettere, 2018)
- Laura Pariani, Apriti, mare! (La Nave di Teseo, 2021)
- AA. VV. Racconti del pianeta terra, a cura di N. Scaffai (Einaudi, 2022)
Bibliografia secondaria:
OBBLIGATORIO PER TUTTI: Brugnolo, Colussi, Zatti, Zinato, La scrittura e il mondo (Carocci, 2016)
+ un testo a scelta tra i seguenti:
Comberiati, Daniele. 2021. Il mondo che verrà. Cinque ipotesi di ricostruzione dell’umanità nelle narrazioni distopiche. Milano: Mimesis.
De Cristofaro, Diletta. 2020. The Contemporary Post-Apocalyptic Novel. London: Bloomsbury. Giuliani, Gaia. 2015. Zombie, alieni e mutanti. Le paure dall’11 settembre a oggi. Milano: Le Monnier-Mondadori.
Hicks, Heather. 2016. The post-apocalyptic novel in the Twenty-First Century. New York: Palgrave McMillan.
Scaffai, Niccolò. 2017. Letteratura e ecologia. Forme e temi di una relazione narrativa. Roma: Carocci.
- Matthew. P. Shiel, La nube purpurea (ed. consigliata Adelphi) - The Purple Cloud (1901)
- Jack London, La peste scarlatta (ed. consigliata Adelphi) - The Scaret Plague (1912)
- James Ballard, Il mondo sommerso (es. consigliata Feltrinelli) - The Drowned World (1962)
- Cormac McCarthy, La strada (ed. Consigliata Einaudi) - The Road (2009)
- Laura Pugno, Sirene (Marsilio, 2007)
- Niccolò Ammaniti, Anna (Einaudi, 2015)
- Violetta Bellocchio, La festa nera (Chiarelettere, 2018)
- Laura Pariani, Apriti, mare! (La Nave di Teseo, 2021)
- AA. VV. Racconti del pianeta terra, a cura di N. Scaffai (Einaudi, 2022)
Bibliografia secondaria:
OBBLIGATORIO PER TUTTI: Brugnolo, Colussi, Zatti, Zinato, La scrittura e il mondo (Carocci, 2016)
+ un testo a scelta tra i seguenti:
Comberiati, Daniele. 2021. Il mondo che verrà. Cinque ipotesi di ricostruzione dell’umanità nelle narrazioni distopiche. Milano: Mimesis.
De Cristofaro, Diletta. 2020. The Contemporary Post-Apocalyptic Novel. London: Bloomsbury. Giuliani, Gaia. 2015. Zombie, alieni e mutanti. Le paure dall’11 settembre a oggi. Milano: Le Monnier-Mondadori.
Hicks, Heather. 2016. The post-apocalyptic novel in the Twenty-First Century. New York: Palgrave McMillan.
Scaffai, Niccolò. 2017. Letteratura e ecologia. Forme e temi di una relazione narrativa. Roma: Carocci.
Contenuti
Sin dall’Antichità le narrazioni della fine del mondo hanno dato voce alle angosce e alle crisi dei tempi e delle società che le hanno prodotte. Le forme dell’apocalisse sono ampie e diversificate, sia in senso tematico che diacronico. Già all’alba del XIX secolo Mary Shelley, nel suo The last man (1826), riflette sulla condizione di un unico sopravvissuto a un virus letale; se per motivi cronologici è ancora assente l’angoscia di distruzione dell’ambiente, molte narrazioni novecentesche rifletteranno sul potenziale annichilente dell’azione dell’uomo sugli ecosistemi, a partire da testi come The Purple Cloud (1901) di Shiel e a The Scarlet Plague (1912) di London. Con lo sviluppo della moderna civiltà industriale, e sempre di più nel corso degli ultimi decenni, nel mondo occidentale aumentano le narrazioni – non solo nella letteratura, ma anche nel cinema, nel graphic novel, nelle serie TV e nei videogiochi – che si chiedono cosa accadrebbe se all’improvviso la nostra civiltà andasse incontro a una catastrofe tale da stravolgere la vita sulla terra. Nel 1962 Ballard pubblica The drowned World, dove gli uomini abitano un ecosistema stravolto dall’innalzamento dei livelli marini; nel 1978, con The Stand di King, è il turno di un virus sfuggito al controllo; la società del dopo, polarizzata tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, deve affrontare durissime condizioni ambientali e prepararsi allo scoppio di una bomba atomica. Ma è The Road (2006) di McCarthy l’emblema della post-apocalisse contemporanea. Queste rappresentazioni danno voce alla preoccupazione per le sorti del mondo. Una delle funzioni della letteratura è mostrare da una prospettiva straniata ed estremizzante il mondo attuale e i suoi sviluppi futuri. La questione ha prima di tutto forti valenze in ambito sociale ed ecologico, e riguarda la capacità di pensare la catastrofe climatica incombente in un mondo in cui lo sviluppo tecnologico porta allo sfruttamento sempre più intensivo delle risorse del pianeta, modificandone gli equilibri. La narrazione post-apocalittica ha il compito di insistere sui pericoli della retorica dello sviluppo a tutti i costi che permea le società a capitalismo avanzato, mostrando come alcuni processi – primi tra tutti proprio quelli che riguardano il mutamento climatico – una volta innescati portino a risultati irreversibili. Questo è possibile perché la letteratura funziona come uno spazio dove vengono elaborate inquietudini che non trovano voce altrove, per esempio nel discorso funzionalistico della retorica ipertecnologica dello sviluppo a tutti i costi. Il corso rifletterà sulle forme e i generi che questo tipo di narrazioni assumono nel contemporaneo, anche alla luce della loro estrema adattabilità intermediale.
Nel 1962 Ballard pubblica The drowned World, dove gli uomini abitano un ecosistema stravolto dall’innalzamento dei livelli marini; nel 1978, con The Stand di King, è il turno di un virus sfuggito al controllo; la società del dopo, polarizzata tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, deve affrontare durissime condizioni ambientali e prepararsi allo scoppio di una bomba atomica. Ma è The Road (2006) di McCarthy l’emblema della post-apocalisse contemporanea. Queste rappresentazioni danno voce alla preoccupazione per le sorti del mondo. Una delle funzioni della letteratura è mostrare da una prospettiva straniata ed estremizzante il mondo attuale e i suoi sviluppi futuri. La questione ha prima di tutto forti valenze in ambito sociale ed ecologico, e riguarda la capacità di pensare la catastrofe climatica incombente in un mondo in cui lo sviluppo tecnologico porta allo sfruttamento sempre più intensivo delle risorse del pianeta, modificandone gli equilibri. La narrazione post-apocalittica ha il compito di insistere sui pericoli della retorica dello sviluppo a tutti i costi che permea le società a capitalismo avanzato, mostrando come alcuni processi – primi tra tutti proprio quelli che riguardano il mutamento climatico – una volta innescati portino a risultati irreversibili. Questo è possibile perché la letteratura funziona come uno spazio dove vengono elaborate inquietudini che non trovano voce altrove, per esempio nel discorso funzionalistico della retorica ipertecnologica dello sviluppo a tutti i costi. Il corso rifletterà sulle forme e i generi che questo tipo di narrazioni assumono nel contemporaneo, anche alla luce della loro estrema adattabilità intermediale.
Nel 1962 Ballard pubblica The drowned World, dove gli uomini abitano un ecosistema stravolto dall’innalzamento dei livelli marini; nel 1978, con The Stand di King, è il turno di un virus sfuggito al controllo; la società del dopo, polarizzata tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, deve affrontare durissime condizioni ambientali e prepararsi allo scoppio di una bomba atomica. Ma è The Road (2006) di McCarthy l’emblema della post-apocalisse contemporanea. Queste rappresentazioni danno voce alla preoccupazione per le sorti del mondo. Una delle funzioni della letteratura è mostrare da una prospettiva straniata ed estremizzante il mondo attuale e i suoi sviluppi futuri. La questione ha prima di tutto forti valenze in ambito sociale ed ecologico, e riguarda la capacità di pensare la catastrofe climatica incombente in un mondo in cui lo sviluppo tecnologico porta allo sfruttamento sempre più intensivo delle risorse del pianeta, modificandone gli equilibri. La narrazione post-apocalittica ha il compito di insistere sui pericoli della retorica dello sviluppo a tutti i costi che permea le società a capitalismo avanzato, mostrando come alcuni processi – primi tra tutti proprio quelli che riguardano il mutamento climatico – una volta innescati portino a risultati irreversibili. Questo è possibile perché la letteratura funziona come uno spazio dove vengono elaborate inquietudini che non trovano voce altrove, per esempio nel discorso funzionalistico della retorica ipertecnologica dello sviluppo a tutti i costi. Il corso rifletterà sulle forme e i generi che questo tipo di narrazioni assumono nel contemporaneo, anche alla luce della loro estrema adattabilità intermediale.
Lingua Insegnamento
Italiano
Altre informazioni
Per qualsiasi chiarimento scrivere a valentina.sturli@unich.it NB. Il programma per i NON FREQUENTANTI va concordato preventivamente con la docente.
Corsi
Corsi
FILOLOGIA, LINGUISTICA E TRADIZIONI LETTERARIE
Laurea Magistrale
2 anni
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