conferito da Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza, con i fondi messi a disposizione dalla famiglia Gallerano.
- 1999
- Il lavoro della dr.ssa Maria Teresa Giusti si segnala per la originalità e la serietà scientifica, in un campo tuttora molto trascurato della storiografia, basandosi essenzialmente su un ricco materiale documentario tratto dall'Archivio dello Stato Maggiore dell'esercito e dall'ex Archivio centrale del Pcus, oggi Centro russo per la preservazione e lo studio dei documenti della Storia contemporanea, in particolare il fondo del Komintern n. 495.
I documenti del primo archivo risultano preziosi per lo studio del trattamento in prigionia e del rimpatrio. I documenti del secondo archivio (soprattutto la corrisponedenza fra Togliatti, Bianco, Dimitrov e Manuilskij) gettano una luce nuova sull'attività di "propaganda antifascista" svolta in modo capillare nei campi di prigionia dagli istruttori politici, sia esuli italiani che commissari sovietici, in preparazione del futuro lavoro politico in Italia.
L'uso intelligente di questa documentazione e di quella prodotta da associazioni quali l'Unione Nazionale Reduci di Russia e l'Alleanza delle Famiglie dei dispersi in Russia, oltre che delle fonti edite, dà un quadro ricco e articolato delle reticenze ed ambiguità sia del Pci che del governo italiano nell'immediato dopoguerra. Furono così lasciate nell'ombra molte questioni relative alle gravi condizioni dei prigionieri durante i trasporti e nei campi, alle divisioni politiche tra i prigionieri stessi, allo scarso numero dei rimpatri.
La eccezionale documentazione raccolta, l'equilibrio dei giudizi e la maturità dell'analisi storiografica rendono senza dubbio questa tesi meritevole del Premio Gallerano.