ID:
M4050F
Durata (ore):
25
CFU:
1
SSD:
ANESTESIOLOGIA
Sede:
CHIETI
Url:
MEDICINA E CHIRURGIA/CORSO GENERICO Anno: 6
Anno:
2024
Dati Generali
Periodo di attività
Secondo Semestre (01/03/2025 - 20/06/2025)
Syllabus
Obiettivi Formativi
COMPETENZA SPECIFICA
Sono le conoscenze teoriche che lo studente dovrebbe già avere,
acquisite in corsi precedenti. Vanno esplicitate affinché siano richiamate
nello studio personale, eventualmente assistito da brevi schede
riassuntive
Acquiosire le badsi delle:
CONOSCENZE CONTRIBUTIVE Sono le conoscenze teoriche nuove che lo
studente deve acquisire per
poter raggiungere gli obiettivi formativi stabiliti per la TD. Possono anche
essere studiate individualmente
AB. COGNITIVE SPECIFICHE (Conoscenza e capacità di comprensione) AB.
COGNITIVE
INTERPRETATIVO-DECISIONALI (Capacità di conoscenza e comprensione
applicate) AB. TECNICHE E
COMUNICATIVO-RELAZIONALI (Abilità comunicative)
in relazione alle
UDE 1605: Interpretare le cure palliative, le cure di supporto, la terapia
del dolore, le cure di fine vita, valutandone gli ambiti applicativi (
ambulatorio,
ospedale, domicilio, Hospice) e l’area operativa e professionale ottimale
in relazione ai bisogni clinici.
UDE 1606: Indicare l’approccio di trattamento del dolore globale, del
supporto psico-emotivo, della anoressia, della fatigue, dei disordini
metabolici, della dispnea. UDE 1608: Formulare un iter di organizzazione
territoriale di cure palliative e di gestione della equipe di assistenza
domicilare, pianificando una rete delle cure pallaitive e tramite
l’organizzazione in Hospice, la gestione del team mobile in ospedale e
degli ambulatori specialistici in ospedale e sul territorio.
UDE 1609: Prescrivere la sedazione palliativa, l’Idratazione nell’ambito
delle decisioni cliniche nel fine vita. UDE 1611: Indicare gli approcci
terapeutici delle cure palliative non oncologiche: demenze ed altre
patologie neurologiche, geriatria, patologie dell’apparato respiratorio,
dell’apparato cardiovascolare. UDE 1574: Comunicare cattive notizie in
diversi ambiti clinici, con pazienti reali o simulati (quadri “core”: paziente
oncologico, paziente affetto da malattia invalidante, paziente affetto da
malattia neurodegerativa, qualsiasi quadro
che implichi una radicale riorganizzazione della vita del paziente –
oggettivamente o soggettivamente percepita). UDE 1610: Educare alla
elaborazione del lutto e alla valorizzazione personale della esperienza.
Infine, la necessità di curare dolore e sofferenza e il percorso di
palliazione vengono considerati nelle UDE relative a tutti i principali
quadri nosografici di
interesse, nonché negli insegnamenti contributivi a quelli clinici
(neuroanatomia e fisiologia, fisiopatologia, farmacologia, psicologia,
etica).
Sono le conoscenze teoriche che lo studente dovrebbe già avere,
acquisite in corsi precedenti. Vanno esplicitate affinché siano richiamate
nello studio personale, eventualmente assistito da brevi schede
riassuntive
Acquiosire le badsi delle:
CONOSCENZE CONTRIBUTIVE Sono le conoscenze teoriche nuove che lo
studente deve acquisire per
poter raggiungere gli obiettivi formativi stabiliti per la TD. Possono anche
essere studiate individualmente
AB. COGNITIVE SPECIFICHE (Conoscenza e capacità di comprensione) AB.
COGNITIVE
INTERPRETATIVO-DECISIONALI (Capacità di conoscenza e comprensione
applicate) AB. TECNICHE E
COMUNICATIVO-RELAZIONALI (Abilità comunicative)
in relazione alle
UDE 1605: Interpretare le cure palliative, le cure di supporto, la terapia
del dolore, le cure di fine vita, valutandone gli ambiti applicativi (
ambulatorio,
ospedale, domicilio, Hospice) e l’area operativa e professionale ottimale
in relazione ai bisogni clinici.
UDE 1606: Indicare l’approccio di trattamento del dolore globale, del
supporto psico-emotivo, della anoressia, della fatigue, dei disordini
metabolici, della dispnea. UDE 1608: Formulare un iter di organizzazione
territoriale di cure palliative e di gestione della equipe di assistenza
domicilare, pianificando una rete delle cure pallaitive e tramite
l’organizzazione in Hospice, la gestione del team mobile in ospedale e
degli ambulatori specialistici in ospedale e sul territorio.
UDE 1609: Prescrivere la sedazione palliativa, l’Idratazione nell’ambito
delle decisioni cliniche nel fine vita. UDE 1611: Indicare gli approcci
terapeutici delle cure palliative non oncologiche: demenze ed altre
patologie neurologiche, geriatria, patologie dell’apparato respiratorio,
dell’apparato cardiovascolare. UDE 1574: Comunicare cattive notizie in
diversi ambiti clinici, con pazienti reali o simulati (quadri “core”: paziente
oncologico, paziente affetto da malattia invalidante, paziente affetto da
malattia neurodegerativa, qualsiasi quadro
che implichi una radicale riorganizzazione della vita del paziente –
oggettivamente o soggettivamente percepita). UDE 1610: Educare alla
elaborazione del lutto e alla valorizzazione personale della esperienza.
Infine, la necessità di curare dolore e sofferenza e il percorso di
palliazione vengono considerati nelle UDE relative a tutti i principali
quadri nosografici di
interesse, nonché negli insegnamenti contributivi a quelli clinici
(neuroanatomia e fisiologia, fisiopatologia, farmacologia, psicologia,
etica).
Prerequisiti
Conoscere la normativa sulle Reti Terapia del Dolore e Cure Palliative
Metodi didattici
Considerato l'ambito particolare delle CP, il Tirocinio Clinico può avvalersi
anche di:
- Apprendimento basato sui casi (case-based learning o CBL). È un
approccio generico, composto da molti metodi diversi, in cui si
usa un caso clinico come motore dell’apprendimento. I casi dovrebbero
essere di comune riscontro (non quindi i case report di
situazioni rare), reali o realistici, ricchi di dettagli e parti narrative, che
creino il personaggio del paziente. Nel CBL il caso clinico
può essere: (1) presentato dal docente e discusso nella sua evoluzione,
mettendo in evidenza i passaggi decisionali, operativi,
organizzativi, relazionali ed etici che lo hanno caratterizzato. Tale
modalità è propedeutica a modalità più attive ma da sola non
crea - per pura imitazione- la capacità dello studente di osservare,
interpretare e decidere, (2) affidato in toto allo studente, perché
ne identifichi - da solo o in piccolo gruppo - gli elementi caratterizzanti e li
giustifichi alla luce di conoscenze teoriche (applicazione
di linee guida, di norme di legge o deontologiche, di buone prassi, .), (3)
sintetizzato con il solo quadro di esordio o di inizio
esercizio. Allo studente viene chiesto quindi di procedere passo per passo
nel processo clinico, acquisendo le informazioni
anamnestiche, obiettive e cliniche, prendendo decisioni, motivandole e
discutendo le alternative. Il docente, a richiesta, fornisce
via via le informazioni richieste. Questa modalità può essere “giocata” in
classe con sistemi di risposta d’aula (disponibili oggi
gratuitamente come applicazioni per il cellulare) o in piccolo gruppo o
come simulazione interamente computerizzata (paziente
virtuale) su piattaforme di e-learning.
- Simulazioni. Le simulazioni sono indispensabili per sviluppare abilità
tecnico-manuali, ma anche comportamentali e comunicativo-relazionali.
Le prime si acquisiscono con skill lab e pratica su manichini (skill trainer).
Ne sono esempio nel dominio delle CP e TD
la gestione di un accesso venoso periferico, centrale o di un port-cath.
Tali abilità sono comuni fra diverse aree disciplinari e
quindi sarà sufficiente che ci si accerti che altri docenti svolgano
esercitazioni pratiche. E’ però altrettanto importante sottolineare il
ruolo delle competenze non tecniche (soft skills), acquisibili anche con
“pazienti simulati” per formare all’acquisizione delle abilità
comunicativo-relazionali.
Tale apprendimento può essere avviato preliminarmente con
l’osservazione e discussione di video di colloqui reali o simulati e quindi
con l’esposizione dello studente a pazienti simulati, cioè persone - anche
laiche - addestrate a recitare la parte del paziente
in una breve situazione comunicativa più o meno complessa a seconda
della classe. L’azione non dovrebbe durare più di 10’ e
deve essere volta ad un obiettivo ben preciso (comunicare una diagnosi,
una prognosi, spiegare una procedura per ottenere il
consenso, .), seguita da debriefing. Il “debriefing” è l’incontro di
restituzione del risultato delle attività degli studenti, momento in
cui viene discussa l’esperienza fatta, vengono evidenziate le criticità e
viene auto-valutato da parte di ogni studente il
raggiungimento dell’obiettivo.
anche di:
- Apprendimento basato sui casi (case-based learning o CBL). È un
approccio generico, composto da molti metodi diversi, in cui si
usa un caso clinico come motore dell’apprendimento. I casi dovrebbero
essere di comune riscontro (non quindi i case report di
situazioni rare), reali o realistici, ricchi di dettagli e parti narrative, che
creino il personaggio del paziente. Nel CBL il caso clinico
può essere: (1) presentato dal docente e discusso nella sua evoluzione,
mettendo in evidenza i passaggi decisionali, operativi,
organizzativi, relazionali ed etici che lo hanno caratterizzato. Tale
modalità è propedeutica a modalità più attive ma da sola non
crea - per pura imitazione- la capacità dello studente di osservare,
interpretare e decidere, (2) affidato in toto allo studente, perché
ne identifichi - da solo o in piccolo gruppo - gli elementi caratterizzanti e li
giustifichi alla luce di conoscenze teoriche (applicazione
di linee guida, di norme di legge o deontologiche, di buone prassi, .), (3)
sintetizzato con il solo quadro di esordio o di inizio
esercizio. Allo studente viene chiesto quindi di procedere passo per passo
nel processo clinico, acquisendo le informazioni
anamnestiche, obiettive e cliniche, prendendo decisioni, motivandole e
discutendo le alternative. Il docente, a richiesta, fornisce
via via le informazioni richieste. Questa modalità può essere “giocata” in
classe con sistemi di risposta d’aula (disponibili oggi
gratuitamente come applicazioni per il cellulare) o in piccolo gruppo o
come simulazione interamente computerizzata (paziente
virtuale) su piattaforme di e-learning.
- Simulazioni. Le simulazioni sono indispensabili per sviluppare abilità
tecnico-manuali, ma anche comportamentali e comunicativo-relazionali.
Le prime si acquisiscono con skill lab e pratica su manichini (skill trainer).
Ne sono esempio nel dominio delle CP e TD
la gestione di un accesso venoso periferico, centrale o di un port-cath.
Tali abilità sono comuni fra diverse aree disciplinari e
quindi sarà sufficiente che ci si accerti che altri docenti svolgano
esercitazioni pratiche. E’ però altrettanto importante sottolineare il
ruolo delle competenze non tecniche (soft skills), acquisibili anche con
“pazienti simulati” per formare all’acquisizione delle abilità
comunicativo-relazionali.
Tale apprendimento può essere avviato preliminarmente con
l’osservazione e discussione di video di colloqui reali o simulati e quindi
con l’esposizione dello studente a pazienti simulati, cioè persone - anche
laiche - addestrate a recitare la parte del paziente
in una breve situazione comunicativa più o meno complessa a seconda
della classe. L’azione non dovrebbe durare più di 10’ e
deve essere volta ad un obiettivo ben preciso (comunicare una diagnosi,
una prognosi, spiegare una procedura per ottenere il
consenso, .), seguita da debriefing. Il “debriefing” è l’incontro di
restituzione del risultato delle attività degli studenti, momento in
cui viene discussa l’esperienza fatta, vengono evidenziate le criticità e
viene auto-valutato da parte di ogni studente il
raggiungimento dell’obiettivo.
Verifica Apprendimento
Una valutazione complessiva, orale o scritta, sull’apprendimento delle CP
nel complesso, può essere integrata da altre
modalità di verifica come una valutazione delle conoscenze fattuali e
delle capacità interpretative e cliniche (prove a scelta multipla,
domande a incrocio esteso, key features problems), da una valutazione
delle abilità comunicativo-relazionali (incontro con pazienti
simulati e griglia di valutazione della performance dello studente), da una
valutazione degli obiettivi col verbo “riconoscere” (visione e
interpretazione di video che mostrano pazienti simulati o spezzoni di film
significativi e griglia di valutazione della performance dello
studente), da una valutazione delle abilità narrative e riflessive
(produzione di scritti narrativi riflessivi e rubriche di valutazione).
La valutazione verrà considerata nel contesto dell’esame del corso
integrato nel quale insiste il CFU-T o il SSD al quale il CFU-F è
associato
nel complesso, può essere integrata da altre
modalità di verifica come una valutazione delle conoscenze fattuali e
delle capacità interpretative e cliniche (prove a scelta multipla,
domande a incrocio esteso, key features problems), da una valutazione
delle abilità comunicativo-relazionali (incontro con pazienti
simulati e griglia di valutazione della performance dello studente), da una
valutazione degli obiettivi col verbo “riconoscere” (visione e
interpretazione di video che mostrano pazienti simulati o spezzoni di film
significativi e griglia di valutazione della performance dello
studente), da una valutazione delle abilità narrative e riflessive
(produzione di scritti narrativi riflessivi e rubriche di valutazione).
La valutazione verrà considerata nel contesto dell’esame del corso
integrato nel quale insiste il CFU-T o il SSD al quale il CFU-F è
associato
Testi
- Legge 38/2010
- DL 219/2017 su Consenso e DAT
- articoli suggeriti dai Tutor
- DL 219/2017 su Consenso e DAT
- articoli suggeriti dai Tutor
Contenuti
L’apprendimento sul campo è uno strumento formativo molto potente,
posto che sia organizzato secondo i principi della didattica attiva e non
sia mera esposizione dello studente all’osservazione passiva.
Gli elementi caratterizzanti di un buon tirocinio sono la costruzione di un
piano di apprendimento che, a partire dagli obiettivi
educativi e dalle opportunità offerte dai contesti specifici, permetta allo
studente di dirigere il proprio percorso attivando le strategie
più efficaci. Questa fase può essere sostenuta da sessioni di briefing one
to one o di gruppo guidate da un Tutor. Il tirocinio può
essere arricchito anche da mandati come: rilevare caratteristiche ed
intensità del dolore nella specifica tipologia di pazienti,
esaminare come è stata affrontata l’anoressia nei pazienti attualmente
degenti nel servizio di CP - Hospice, osservare durante la
giornata cosa fanno gli altri professionisti non medici, ricercare nelle
cartelle eventuali sintomi, di complicanze e di effetti collaterali
della terapie, Durante e al termine del percorso sono raccomandate
sessioni di debriefing per riflettere ed elaborare l’esperienza.
A queste sessioni guidate da tutor possono contribuire in modo
importante alla formazione dei professionisti della sede di tirocinio.
Il “debriefing” è l’incontro di restituzione del risultato delle attività degli
studenti, momento in cui viene discussa l’esperienza fatta,
vengono evidenziate le criticità e viene auto-valutato da parte di ogni
studente il raggiungimento dell’obiettivo. Durante la giornata
di tirocinio gli studenti sono naturalmente associati al Tutor che agisce
professionalmente, ma dovrebbero essere sempre in
posizione attiva, anche quando si limitano ad osservare. Ciò è possibile
se il Tutor assegna alla loro osservazione un mandato (ad
es.: ora accoglierò un nuovo paziente, registra mentalmente le domande
che faccio, poi le trascrivi e indichi la motivazione del
loro valore informativo).
Sedi di tirocinio clinico. Il tirocinio clinico deve essere svolto
preferibilmente nelle strutture di CP (Hospice, UCP domiciliari, UCP
ospedaliere, ambulatori) e in reparti ospedalieri ove si rispettino i principi
delle cure palliative, inclusa l'area critica (consulenze in PS, reparto di
Terapia Intensiva).
La disponibilità numerica alla accoglienza degli studenti è relativa alla
disponibilità della docenza e del tutoraggio con profilo di qualità
assistenziale che faccia riferimento ai criteri e requisiti sanciti dalla
normativa.
Inoltre, quanto sopra esplicitato non dovrà essere alternativo o
sovrapposto, ma di affiancamento coordinato, a quelle attività
didattiche (corsi o moduli) all’interno di Corsi Integrati o a Corsi
Facoltativi (Elettivi) d’aula e/o professionalizzanti, che ogni sede
accademica ha già nel suo programma di formazione e che lo studente
potrà inserire nel suo piano di studi individuale acquisendo i
relativi CFU.
posto che sia organizzato secondo i principi della didattica attiva e non
sia mera esposizione dello studente all’osservazione passiva.
Gli elementi caratterizzanti di un buon tirocinio sono la costruzione di un
piano di apprendimento che, a partire dagli obiettivi
educativi e dalle opportunità offerte dai contesti specifici, permetta allo
studente di dirigere il proprio percorso attivando le strategie
più efficaci. Questa fase può essere sostenuta da sessioni di briefing one
to one o di gruppo guidate da un Tutor. Il tirocinio può
essere arricchito anche da mandati come: rilevare caratteristiche ed
intensità del dolore nella specifica tipologia di pazienti,
esaminare come è stata affrontata l’anoressia nei pazienti attualmente
degenti nel servizio di CP - Hospice, osservare durante la
giornata cosa fanno gli altri professionisti non medici, ricercare nelle
cartelle eventuali sintomi, di complicanze e di effetti collaterali
della terapie, Durante e al termine del percorso sono raccomandate
sessioni di debriefing per riflettere ed elaborare l’esperienza.
A queste sessioni guidate da tutor possono contribuire in modo
importante alla formazione dei professionisti della sede di tirocinio.
Il “debriefing” è l’incontro di restituzione del risultato delle attività degli
studenti, momento in cui viene discussa l’esperienza fatta,
vengono evidenziate le criticità e viene auto-valutato da parte di ogni
studente il raggiungimento dell’obiettivo. Durante la giornata
di tirocinio gli studenti sono naturalmente associati al Tutor che agisce
professionalmente, ma dovrebbero essere sempre in
posizione attiva, anche quando si limitano ad osservare. Ciò è possibile
se il Tutor assegna alla loro osservazione un mandato (ad
es.: ora accoglierò un nuovo paziente, registra mentalmente le domande
che faccio, poi le trascrivi e indichi la motivazione del
loro valore informativo).
Sedi di tirocinio clinico. Il tirocinio clinico deve essere svolto
preferibilmente nelle strutture di CP (Hospice, UCP domiciliari, UCP
ospedaliere, ambulatori) e in reparti ospedalieri ove si rispettino i principi
delle cure palliative, inclusa l'area critica (consulenze in PS, reparto di
Terapia Intensiva).
La disponibilità numerica alla accoglienza degli studenti è relativa alla
disponibilità della docenza e del tutoraggio con profilo di qualità
assistenziale che faccia riferimento ai criteri e requisiti sanciti dalla
normativa.
Inoltre, quanto sopra esplicitato non dovrà essere alternativo o
sovrapposto, ma di affiancamento coordinato, a quelle attività
didattiche (corsi o moduli) all’interno di Corsi Integrati o a Corsi
Facoltativi (Elettivi) d’aula e/o professionalizzanti, che ogni sede
accademica ha già nel suo programma di formazione e che lo studente
potrà inserire nel suo piano di studi individuale acquisendo i
relativi CFU.
Lingua Insegnamento
Italiano
Altre informazioni
Per calendari : Segreteria CdL
Per contenuti, guida allo studio e analisi risultati: Docenti e Tutor Cultori
della materia (CP)
Per contenuti, guida allo studio e analisi risultati: Docenti e Tutor Cultori
della materia (CP)
Corsi
Corsi
MEDICINA E CHIRURGIA
Laurea Magistrale Ciclo Unico 6 Anni
6 anni
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Persone
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