Programma E Obiettivi
Obiettivi
Il corso di laurea magistrale in Economia e Management ha l'obiettivo di fornire agli studenti conoscenze avanzate e competenze sia nelle principali aree funzionali aziendali (contabilità, controllo di gestione, marketing, finanza, organizzazione del lavoro, gestione strategica, comunicazione, sistemi informativi, transizione digitale), sia rispetto alle principali dimensioni del contesto in cui le aziende si trovano ad operare (conoscenze e competenze giuridiche, macroeconomiche e quantitative). Si vuole fornire allo studente una visione articolata e integrata delle suddette aree e delle relative problematiche aziendali. Il corso si rivolge a studenti con competenze in economia aziendale e management che intendano approfondire i temi di management, direzione amministrativa, finanza aziendale, pianificazione e controllo, della gestione ed organizzazione dei sistemi informativi aziendali nella prospettiva della transizione digitale e sviluppare le competenze necessarie per operare sia nelle funzioni amministrative e finanziarie di aziende industriali, commerciali, di servizi e di intermediazione finanziaria, sia nel campo delle professioni autonome e della consulenza aziendale sia, infine, nel contesto delle amministrazioni pubbliche. Ll Corso è articolato in 4 distinti indirizzi (o curricula) con un focus rispettivamente rivolto 1) all'amministrazione, al controllo ed alla finanza aziendale, 2) al management ed alla organizzazione aziendale, 3) alla consulenza aziendale di tipo direzionale e/o professionale, e 4) alla gestione dei sistemi informativi di aziende locali, internazionali e pubblica amministrazione ed erogato completamente in lingua inglese. Il corso di laurea si sviluppa in 6 quadrimestri (terms): - Nei primi 5 quadrimestri vengono impartiti gli insegnamenti obbligatori e opzionali (oltre che l'insegnamento avanzato della lingua inglese negli indirizzi 1,2 e 3) secondo i curricula cui gli studenti possono aderire (nel rispetto del regolamento del Corso di laurea) al fine di una maggiore coerenza della propria formazione rispetto a specifici sbocchi occupazionali; nell'ambito di tali insegnamenti si impiegano metodologie didattiche differenziate (lezioni frontali, esercitazioni, testimonianze aziendali, business games, project work, analisi e presentazione di casi aziendali, role playing, laboratori didattici); alcuni insegnamenti negli indirizzi 1, 2 e 3 sono comunque impartiti in lingua inglese al fine incrementare il bagaglio di competenze professionali degli allievi e di favorire l'iscrizione di studenti stranieri anche per programmi di scambio. - Il sesto e ultimo quadrimestre è dedicato ad attività di stage, laboratoriali, seminariali, testimonianze di esperti aziendali concernenti lo sviluppo di competenze e abilità relazionali (project management, simulazione di colloqui professionali, canali finalizzati al placement, project work e role playing, interpersonal skills, strategy and performance management) ed ogni altra attività utile ai fini della formazione e dell'inserimento nel mondo del lavoro e alla redazione della tesi di laurea. Sono previste ed incoraggiate esperienze di studio all'estero di durata variabile da un mese a un anno (Campus abroad, Exchange Programs, Free-Mover Semester Programs, Master CEMS-MIM, Double Degree Programs); in particolare la didattica è organizzata in modo da favorire lo svolgimento dell'intero sesto quadrimestre all'estero (non essendo previsti in tale periodo esami per insegnamenti caratterizzati e affini o integrativi). L'indirizzo n. 4, dedicato all'accordo di double degree con l'Università di Neu-Ulm in Germania, prevede lo svolgimento di 30 cfu presso quest'ultima università al I term del II anno di corso.
Conoscenze e capacità di comprensione
Il laureato magistrale avrà acquisito conoscenze avanzate nelle discipline caratterizzanti il corso di studi di area aziendale, economica, giuridica e matematico-statistica, conoscenze sviluppate in forma più estesa e/o approfondita rispetto a quelle del primo ciclo. Ciò significa che sarà in grado non solo di comprendere materiali di studio variegati e articolati in lingua italiana e inglese, ma anche di sviluppare idee originali anche in un contesto di ricerca. Gli insegnamenti delle aree aziendale, economica, giuridica e matematico-statistica che caratterizzano i quattro curricula proposti consentono al laureato in Economia e Management di comprendere il contesto strategico dell'impresa e le opportunità e minacce del contesto competitivo in cui le imprese (o le pubbliche amministrazioni) operano, di acquisire conoscenze specifiche sui modelli di funzionamento dei mercati nazionali ed internazionali, di conoscere i principali istituti giuridici di riferimento per il funzionamento delle imprese e per i contesti di crisi ed insolvenza, nonché infine di conoscere i principali modelli di analisi quantitativa di carattere finanziario e/o statistico a supporto delle decisioni aziendali. Questi risultati potranno essere raggiunti e verificati attraverso: - la frequenza assidua alle attività d'aula e la partecipazione attiva alle altre forme di didattica prevista (lavori di gruppo, simulazioni, discussioni di casi); - lo studio individuale costante e approfondito; - il superamento delle prove di accertamento delle conoscenze. Le conoscenze e le capacità di comprensione (soprattutto in lingua straniera) potranno essere acquisite anche attraverso un periodo di studio all'estero (facoltativo) e/o attraverso modalità di conseguimento del doppio titolo come previsto dal CDS.
Capacità di applicare conoscenze e comprensione
Il laureato magistrale sarà in grado di applicare le logiche e gli strumenti manageriali più adatti a specifici problemi aziendali in modo integrato e coerente, nonché di sviluppare abilità di problem solving in situazioni nuove o non familiari. In particolare, il laureato in Economia e Management sarà in grado di formulare strategie finalizzate a creare valore, nonché di progettare, gestire e controllare sistemi aziendali, organizzare sistemi informativi anche con l'ausilio delle tecnologie digitali, nei mercati nazionali ed internazionali e nella PA, in contesti di funzionamento e/o di crisi ed insolvenza, nonché di analizzare dati con metodologie quantitative a supporto del processo decisionale aziendale. Ciò significa che sarà in grado di selezionare gli strumenti metodologici e di analisi più appropriati e di individuare le migliori soluzioni operative. Questo risultato potrà essere raggiunto e verificato attraverso: - la partecipazione attiva in aula e a gruppi di lavoro che prevedono le risoluzioni di casi aziendali e/o simulazioni anche attraverso l'uso di applicazioni informatiche e l'utilizzo delle lingue straniere; - la partecipazione a seminari, workshop, business game a cui partecipano spesso anche testimonial del settore professionale di riferimento.
Autonomia di giudizi
Il laureato magistrale avrà acquisito la capacità di integrare conoscenze, gestire la complessità e formulare giudizi anche in presenza di informazioni parziali, includendo anche riflessioni in merito alle responsabilità sociali ed etiche collegate all'applicazione delle competenze economico-manageriali; in particolare sarà in grado di integrare i punti di vista delle diverse funzioni aziendali.
Questo risultato può essere raggiunto e verificato attraverso:
- la discussione in aula, nei gruppi di lavoro con docenti e studenti;
- la partecipazione a seminari sui valori imprenditoriali e il comportamento manageriale;
- il contributo personale apportato nelle verifiche del profitto;
- il contributo critico dimostrato nella stesura della tesi di laurea.
Questo risultato può essere raggiunto e verificato attraverso:
- la discussione in aula, nei gruppi di lavoro con docenti e studenti;
- la partecipazione a seminari sui valori imprenditoriali e il comportamento manageriale;
- il contributo personale apportato nelle verifiche del profitto;
- il contributo critico dimostrato nella stesura della tesi di laurea.
Abilità comunicative
Il laureato magistrale sarà in grado di comunicare problemi, idee e soluzioni relativi al contesto in cui opera in modo chiaro, corretto ed esauriente, sarà in grado di esprimersi in modo efficace rispetto ad un pubblico non specializzato di utenti e committenti e sarà in grado di dialogare con esperti in maniera coinvolgente e integrativa/generativa. In particolare, il laureato magistrale in Economia e Management acquisirà l'abilità di comunicare strategie aziendali a differenti interlocutori, nonché di interagire con operatori appartenenti a diverse funzioni aziendali.
Questo risultato sarà raggiunto e verificato attraverso la discussione di casi e la presentazione dei risultati in aula e/o nei lavori di gruppo, la presentazione in sede di accertamento delle conoscenze e attraverso eventuali periodi di studio all'estero. La stesura della tesi di laurea offre inoltre un'ulteriore opportunità di approfondimento e di verifica delle abilità comunicative sviluppate.
Questo risultato sarà raggiunto e verificato attraverso la discussione di casi e la presentazione dei risultati in aula e/o nei lavori di gruppo, la presentazione in sede di accertamento delle conoscenze e attraverso eventuali periodi di studio all'estero. La stesura della tesi di laurea offre inoltre un'ulteriore opportunità di approfondimento e di verifica delle abilità comunicative sviluppate.
Capacità di apprendimento
Il laureato magistrale avrà acquisito capacità di apprendimento che gli permetteranno di essere autonomo nell'approfondire e sviluppare proattivamente le proprie conoscenze e competenze relative alle principali aree funzionali aziendali nell'ambito professionale. Tale capacità sarà acquisita attraverso la partecipazione all'attività didattica d'aula, in forma tradizionale e/o interattiva, lo studio individuale ed in particolare modo il lavoro di ricerca svolto per la stesura della tesi di laurea. La verifica dell'acquisizione della capacità di apprendimento è effettuata valutando la qualità dei lavori individuali o di gruppo assegnati e valutando la qualità della tesi di laurea.
Requisiti di accesso
Requisiti curriculari: ai fini dell'accesso al corso di laurea è necessario aver conseguito una laurea di primo livello o titolo straniero riconosciuto idoneo. In particolare, avranno accesso alla verifica della adeguata preparazione personale; - i titolari di una di laurea di primo livello in una delle seguenti classi: Cl. 17 e Cl. 28 ex DM 509/99, L18 e L33 ex DM 270/04 o di un titolo equipollente acquisito presso una Università straniera; - i titolari di una di laurea di secondo livello in una delle seguenti classi: Cl. 64S e Cl. 84S ex DM 509/99, LM-56 e LM-77 ex DM 270/04 o di un titolo equipollente acquisito presso una Università straniera; - i titolari di una di laurea quadriennale del vecchio ordinamento (pre DM 509/99) in Economia, conseguita in una Università italiana o di un titolo equipollente acquisito presso una Università straniera. Per i possessori di titoli di studio diversi dai precedenti, il regolamento didattico del corso di studi definisce ulteriori requisiti curriculari espressi in termini di CFU in specifici SSD che lo studente deve aver acquisito nel corso della sua pregressa carriera universitaria. Adeguata preparazione personale: il regolamento didattico del corso di studi definisce le conoscenze che devono essere in possesso degli studenti per l'accesso al corso di laurea magistrale in Economia e management nonché le modalità di verifica della adeguata preparazione personale dello studente. E' altresì richiesta la conoscenza della lingua inglese, oltre l'Italiano. A tale scopo il CdS verifica, ai fini dell'accesso al corso, l'avvenuta acquisizione di almeno 6 CFU di lingua inglese nel proprio percorso triennale di provenienza ovvero il possesso di una certificazione di livello pari ad almeno B1 in lingua inglese. L'accertamento di tali requisiti si svolge attraverso un formalizzato processo di verifica. In particolare, le domande di immatricolazione saranno esaminate da apposita commissione nominata dal Dipartimento di Economia Aziendale al fine di accertare l'esistenza dei suddetti requisiti, in ogni caso sulla base di quanto previsto dal Regolamento Didattico del Corso di Laurea Magistrale.
Esame finale
La prova finale consiste nella discussione di una tesi redatta in modo personale e originale dallo studente sotto la guida di un relatore secondo le regole stabilite nel 'Regolamento prova finale', approvato dal Consiglio DEA, su un tema riconducibile alle discipline che caratterizzano il curriculum dello studente. L'accertamento della capacità di selezionare i quadri teorici e gli strumenti di analisi più adeguati costituisce parte integrante della valutazione finale dello studente.
Profili Professionali
Profili Professionali (13)
Amministratore del personale
Questa figura si occupa di tutte le attività collegate all'amministrazione del personale sia come dipendente in una realtà aziendale, che come Consulente del lavoro, dopo avere superato l'esame di Stato. L’amministratore del personale svolge i seguenti compiti: a) predispone e gestisce la documentazione relativa al rapporto di lavoro (assunzione, trasformazione, cessazione); b) effettua le comunicazioni formalmente previste dalla normativa vigente; c) controlla, in base ai dati, l'orario di lavoro effettuato da ogni singolo dipendente, contabilizza le ferie, gli straordinari, considerando anche le norme aziendali concernenti eventuali elasticità in entrata o in uscita; d) provvede all'elaborazione degli stipendi, producendo i cedolini-paga, e al calcolo dei relativi versamenti fiscali, sia per i periodi lavorati, che per le assenze; e) svolge annualmente le attività connesse alla chiusura della contabilità del personale, compilando modelli fiscali e registrando i dati relativi al costo globale del personale; f) gestisce l'archivio relativo alla normativa del lavoro e si occupa di stilare, in base alle richieste, report e statistiche inerenti al personale. Questa figura professionale può essere presente sia all'interno della funzione del personale negli uffici dell'amministrazione, e in tal caso svolge il suo lavoro rapportandosi con gli altri esperti della gestione risorse umane e con la line, oppure può operare presso studi di consulenza del lavoro dove, a seconda delle richieste dei clienti, può svolgere tutti o alcuni dei compiti precedentemente indicati.
Il Tecnico deve possedere una buona conoscenza amministrativo-contabile-fiscale di base unita ai fondamenti del diritto del lavoro. Le conoscenze specifiche comprendono metodi, tecniche e strumenti connessi all'accensione, gestione e conclusione del rapporto di lavoro. Sono molto importanti anche competenze "trasversali" quali la comunicazione efficace, la capacità di lavorare in gruppo e l'analiticità. La conoscenza e la capacità d'uso a livello utente delle moderne tecnologie informatiche e telematiche, nonchè la conoscenza di una lingua straniera sono considerate competenze di base necessarie. Inoltre, è indispensabile aggiornarsi costantemente sulla gestione delle problematiche amministrative collegate al rapporto di lavoro, poiché si tratta di una materia in continua evoluzione.
Le possibilità di mobilità orizzontale di questa figura sono all'interno dell'area amministrazione e contabilità. La mobilità verticale consiste nel passaggio al ruolo di Responsabile amministrativo. Al principio della carriera può essere assunto come addetto all'amministrazione. Se è in possesso di adeguata scolarità e svolge la sua attività professionale presso uno studio di consulenza, dopo un certo periodo e il superamento dell'esame di Stato, può diventare Consulente del lavoro.
Analista finanziario d’impresa
L’Analista finanziario di impresa fornisce la propria valutazione su ogni decisione di carattere finanziario, che riguarda l’azienda per cui lavora. L’insieme delle attività dell’Analista finanziario possono essere sintetizzate in: a) controllo della situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda, fra cui l’impiego della liquidità; b) raccolta delle informazioni sul bilancio aziendale e stima dei valori mobiliari (azioni e altri titoli); c) cura dei rapporti con gli istituti di credito; d) scelta dell’asset allocation (composizione del portafoglio di valori mobiliari) e del timing (tempistica di entrata e di uscita dai mercati), in caso di aziende dotate di particolare liquidità.
Le competenze richieste ad un analista finanziario d’impresa sono essenzialmente riconducibili: a) alla capacità di esaminare bilanci e andamenti finanziari, titoli, rendimenti e struttura della propria azienda, in modo da indirizzarne l’attività verso le migliori opportunità di investimento possibili; b) ad un’ottima conoscenza della lingua inglese; c) alla capacità di studio e di approfondimento.
L’attività dell’Analista è svolta prevalentemente sotto forma di lavoro dipendente, ma esistono spazi per esercitare la libera professione, in qualità di consulente finanziario al servizio delle imprese, sia pubbliche che private. Gli sviluppi di carriera dipendono dalle aziende in cui l’Analista finanziario è inserito e dalle capacità del singolo individuo. Generalmente si entra nelle aziende, in qualità di collaboratore generico, come Analista, poi si accede alla qualifica di Analista finanziario junior, successivamente si diventa Analista finanziario senior, fino ad arrivare all’Analista-Manager. Dopo una lunga esperienza presso grandi organizzazioni finanziarie, si può considerare la possibilità di lavorare autonomamente.
Controller
Il Controller (o responsabile del controllo di gestione) è colui che, in tutti i tipi di imprese e amministrazioni pubbliche, consente l’interpretazione e la valutazione dell’attività aziendale. Il Controller si occupa soprattutto di: a) analizzare la contabilità analitica; b) stendere il rapporto di gestione; c) analizzare documenti e relazioni; d) misurare le performance aziendali; e) confrontare gli obiettivi con i risultati perseguiti; f) analizzare e controllare l’andamento economico finanziario. Il Controller interviene a supporto delle diverse funzioni aziendali, al fine di consentire un reale controllo dell’attività. Si può parlare di Controller commerciale, con compiti specifici nella politica commerciale dell’azienda, e di Controller industriale,che ha la supervisione dei processi produttivi aziendali. In sintesi, il Controller è responsabile di tutte quelle attività specifiche che permettono di mantenere costante il monitoraggio della ‘performance’Il risultato tangibile degli obiettivi raggiunti dall'azienda. aziendale, fornendo al management tutti gli elementi necessari per prendere decisioni su eventuali strategie correttive.
Il Controller è un tecnico di alto livello che deve avere competenze in materia di: a) natura, funzione e sistema delle imprese; b) strutture e processi lavorativi, relativi all’organizzazione aziendale; c) metodi per effettuare le rilevazioni contabili, nonché per stendere ed analizzare il bilancio; d) tecniche per la rilevazione del fabbisogno finanziario; e) applicazioni statistiche e teorie della probabilità; f) tecniche di previsione, di controllo e di reporting. Il Controller deve essere in grado sia di impostare il piano dei conti e le procedure amministrative, in coerenza con le norme civilistiche e fiscali, sia di redigere un bilancio e di gestire il software applicativo che permette l’informatizzazione delle procedure contabili e dei modelli di controllo gestionale. Per svolgere questi compiti è sempre più richiesta la capacità di utilizzare applicativi gestionali. Di conseguenza, è indispensabile la conoscenza della lingua inglese, dato che la documentazione per questi nuovi sistemi di gestione viene fornita esclusivamente in questa lingua. Oltre alle numerose competenze tecniche, il Controller deve anche possedere capacità di relazioni interpersonali e attitudine al lavoro di gruppo.
La posizione di Controller è quella più elevata all’interno del servizio di Controllo di Gestione, per cui vi si può accedere anche da altre posizioni del settore amministrativo e finanziario come l’Internal auditor o il Responsabile della contabilità, avendo maturato la necessaria esperienza. Se ha un gruppo di collaboratori da gestire, può arrivare alla Direzione Amministrazione e Controllo. Un miglioramento ulteriore può essere ottenuto, diventando anche Esperto di progettazione di sistemi informativi, statistici e probabilistici. Nuove opportunità potrebbero essere anche fornite dallo svolgimento di un’attività autonoma, come Consulente per le imprese o nell’ambito delle società di auditing. Nelle aziende medio-piccole il Controller dipende dal Direttore Amministrativo ed è responsabile solo della contabilità industriale. Nelle aziende grandi, la collocazione tipica del Controller è nello staff della Direzione Generale con funzioni di grande responsabilità.
Direttore commerciale
Il Direttore commerciale è il responsabile dell’attuazione delle politiche commerciali dell’azienda. La funzione del Direttore commerciale è determinante in tutte le aziende, ma in particolare in quelle più “orientate al mercato”, alle quali, per vendere bene, non basta avere buoni prodotti, ma occorre spingerli con politiche particolarmente mirate, sia commerciali che di marketing. Tali politiche sono finalizzate a rendere visibile e disponibile il prodotto a coloro che lo possono acquistare, sostenendo il minimo dei costi, necessari a trasferirlo dal produttore al consumatore. Il ruolo del Direttore commerciale dipende da molti fattori ma, soprattutto, dalla struttura organizzativa dell’azienda: nelle realtà più piccole, a questa figura è spesso richiesto di occuparsi anche della promozione dei prodotti, dello studio dei mercati di riferimento e della definizione delle strategie commerciali. In contesti più strutturati tutte queste competenze sono affidate a soggetti diversi. È a quest’ambito che si fa prevalente riferimento in questa scheda, avvertendo tuttavia che il Direttore commerciale è una figura “basilare” dell’organizzazione aziendale, anche nelle sue configurazioni minime. Al pari di altri dirigenti, il Direttore commerciale ha il compito di raggiungere gli obiettivi strategici dell’impresa con le risorse finanziarie, umane e strumentali di cui dispone. In questo caso si tratta di obiettivi di natura commerciale: ad esempio entrare in un nuovo mercato regionale o nazionale, aumentare la quota di penetrazione presso una certa fascia di clienti o aprire nuovi canali di distribuzione. Il Direttore commerciale elabora i piani d’azione, con cui stabilisce come impiegare le risorse a sua disposizione, dà indicazioni operative a ciascun componente della rete commerciale, fissa i traguardi di ognuno, definendo le politiche di incentivazione della forza vendita. Deve essere poi in grado di valutare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, anche per comprendere l’efficacia delle sue strategie: la valutazione delle prestazioni della struttura di vendita è un’altra attività caratteristica del Direttore, considerando che una parte importante della remunerazione è tradizionalmente legata ai risultati.
Questa figura deve possedere i requisiti per essere - al tempo stesso - un buon direttore, un venditore efficace ed un profondo conoscitore del prodotto e del mercato. Le sua peculiarità basilari sono: a) conoscenza dell’economia aziendale; b) capacità di analizzare dati, pianificare attività composite, gestire budget e valutare i risultati raggiunti; c) predisposizione al problem solving e capacità di assumere rischi e responsabilità; d) padronanza di almeno una lingua straniera, per eventuali rapporti con i mercati esteri.
A questa posizione si approda a seguito di una carriera svolta nella direzione commerciale o nel marketing. L’inquadramento contrattuale è, naturalmente, dirigenziale.
Direttore marketing strategico
Il Responsabile del marketing operativo si occupa dell’attuazione e della realizzazione dei piani strategici di marketing, volti a raggiungere gli obiettivi commerciali dell’impresa per la quale lavora.
Questo profilo professionale è alle dirette dipendenze del Direttore del marketing strategico e conosce approfonditamente l’organizzazione e la mission aziendale, in quanto cura in prima persona l’esecuzione operativa dei piani di marketing. Le sue funzioni e le sue competenze lo pongono al centro di una fitta rete di relazioni con diversi partner e collaboratori, proprio nel cuore degli ingranaggi commerciali dell’azienda. Si tratta di una figura che occupa una posizione intermedia, dotata di discreti margini di autonomia, in quanto escogita le soluzioni operative migliori, per realizzare le strategie commerciali più proficue all’aumento degli utili dell’impresa. Attraverso l’organizzazione e la gestione di ricerche, il Responsabile del marketing operativo individua le caratteristiche del mercato ed assiste i vertici dell’azienda, impegnati nella pianificazione delle strategie, fornendo loro l’aggiornamento continuo dei dati e contribuendo alla revisione dei piani d’offerta aziendali.
Il Responsabile del marketing operativo deve conoscere approfonditamente i metodi di ricerca, di rilevazione e di analisi dei dati, nonché gli aspetti organizzativi e gestionali dell’impresa in cui opera. Le competenze richieste a questa figura professionale sono: a) conoscenze significative di statistica, applicata sia alle indagini di mercato ed ai processi di campionamento, che allo studio di variabili psicologiche e sociologiche; b) padronanza delle tecniche di comunicazione; c) elevata capacità di ricercare ed organizzare informazioni; d) buona conoscenza di informatica gestionale; e) familiarità con almeno una lingua straniera. Altre caratteristiche che il Responsabile del marketing operativo deve possedere sono: a) predisposizione al lavoro di gruppo; b) capacità negoziali; c) flessibilità nella pianificazione del proprio lavoro.
Il Responsabile del marketing operativo è un professionista particolarmente richiesto. Questa figura svolge prevalentemente la propria attività all’interno di imprese che operano nei settori dell’industria e del commercio. Si tratta per lo più di aziende di medie e grandi dimensioni, in cui l’area business deve essere assistita, sostenuta ed indirizzata mediante opportune strategie di marketing. In alcuni casi, possedendo numerose competenze tecniche, il Responsabile del marketing operativo può agire anche all’interno di società di consulenza, che offrono alle singole imprese un’assistenza qualificata e specializzata. Questa figura professionale è generalmente un quadro, che viene coordinato di solito dal Direttore dell’area marketing. In generale il ruolo di Responsabile del marketing operativo, caratterizzato in ambito aziendale anche da competenze gestionali ed organizzative, viene ricoperto dopo aver svolto altri incarichi, come ad esempio quello dell’Operatore di marketing.
Dottore commercialista (previ adempimenti di legge, quali: completamento tirocinio professionale, superamento dell’esame di stato e iscrizione all’albo professionale)
Il Dottore commercialista è un esperto in tutta la complessa materia fiscale, tributaria e giuridica delle aziende. Si tratta di una professione regolamentata che richiede una preventiva abilitazione. Il Dottore commercialista svolge delle attività molto diversificate, che si possono così sintetizzare: a) amministrazione e liquidazione di aziende e singoli beni; b) perizie e consulenze tecniche; c) ispezioni e revisioni amministrative; d) indagine e verifica sull'attendibilità di bilanci, conti e documenti contabili delle imprese. Egli è inoltre insieme al notaio una delle prime figure di riferimento alla quale il giovane che si vuole mettere in proprio si rivolge per dare un assetto fiscalmente e giuridicamente corretto alla propria nuova attività. In questo caso, molto spesso, il Commercialista funge anche da consulente all'aspirante neo-imprenditore sulle possibilità o meno di successo della nuova micro impresa.
Il Dottore commercialista deve avere un'aggiornata conoscenza di tutta la materia economico-aziendale, giuridica, fiscale ed amministrativa. Deve avere competenze in materia di bilancio di esercizio, gestioni straordinaria, finanza e valutazione aziendale, dichiarazione dei redditi e materia tributaria, crisi di impresa e procedure fallimentari. Risulta molto utile per questa figura sia la conoscenza della lingua inglese, che la capacità d'uso dei programmi informatici, relativi alla contabilità tributaria e fiscale, data la tendenza ad una maggiore uniformità delle procedure contabili a livello europeo ed internazionale.
Il percorso di carriera del Dottore commercialista dipende molto dalle sue capacità di aggiornarsi continuamente in materia fiscale e tributaria, migliorando le competenze acquisite per poter avere un numero maggiore di clienti, individuati sia nelle persone fisiche che nelle persone giuridiche, vale a dire sia singoli individui che aziende. Dottore commercialista è un libero professionista che può esercitare all'interno di un proprio studio professionale o in uno studio associato con altri esperti. Il Dottore commercialista può anche scegliere di lavorare in azienda come interno, ovvero come consulente esterno.
Esperto in gestione delle risorse umane
L'Esperto in gestione delle risorse umane svolge i seguenti compiti: contribuisce a programmare il fabbisogno di personale di cui necessita l'organizzazione, considerando i prevedibili flussi del personale in ingresso, la mobilità interna e il personale in uscita; collabora alla definizione della quantità e qualità delle risorse umane da acquisire, elaborando i profili del personale da assumere e precisando i requisiti da ricercare. Si occupa inoltre della ricerca e selezione del personale e affianca, durante i colloqui tecnico-specialistici, i responsabili delle unità organizzative, nelle quali sono previste nuove assunzioni. Si occupa delle problematiche sindacali, negoziando e pervenendo ad accordi con i rappresentanti dei lavoratori e contribuisce quindi ad elaborare e sviluppare i piani di inserimento e di accoglienza del personale. E ancora collabora a: a) mettere a punto e realizzare interventi di valutazione del potenziale, che possono riguardare sia personale in ingresso che personale già occupato; b) progettare sistemi di valutazione delle prestazioni delle persone già occupate; c) individuare le esigenze di formazione e di addestramento, attuali e future, delle risorse acquisite e di quelle già occupate, nonché progettare e sviluppare i relativi interventi; d) definire le politiche retributive; e) definire e sviluppare le iniziative collegate ai temi della salute e della sicurezza. Nelle realtà aziendali di medie dimensioni è un Assistente al Direttore del personale che può svolgere, in tutto o in parte, i compiti descritti. Nelle grandi imprese svolge, in modo più ricorrente, compiti quali, ad esempio, la selezione del personale da inserire oppure si occupa delle relazioni sindacali, partecipando allo sviluppo degli altri obiettivi, con l'assistenza di esperti aziendali e/o di consulenti esterni.
L'Esperto deve avere una buona conoscenza generale del funzionamento delle organizzazioni aziendali, nonché delle finalità di una gestione del personale modernamente concepita e delle problematiche dell'impresa in cui si trova ad operare quali: gli orientamenti strategici, la struttura, i processi, le metodologie di miglioramento continuo. Le conoscenze specifiche e le competenze tecnico-professionali comprendono teorie, metodi, tecniche e strumenti per la gestione operativa dei processi che riguardano la funzione del personale: la selezione, la formazione, lo sviluppo, le relazioni sindacali, ecc. Occorre inoltre saper elaborare i programmi di intervento come la definizione delle risorse, dei tempi e dei costi di gestione, la verifica dell'andamento e degli scostamenti, nonché la messa a punto di eventuali azioni correttive. Importanti sono le competenze nel campo di una comunicazione efficace, quali l'ascolto attivo, l'empatia, la capacità di negoziare e di lavorare in gruppo, la capacità di porre e risolvere problemi (problem-setting e solving). Sono inoltre necessarie la conoscenza e la capacità d'uso delle tecnologie informatiche e telematiche ed un'adeguata padronanza di una lingua straniera.
Nelle aziende di medie dimensioni la mobilità orizzontale consiste nell'arricchimento della propria area di intervento professionale e, in verticale, si esaurisce nel passaggio a Direttore del personale. Nelle grandi imprese la mobilità orizzontale permette il passaggio a posizioni di tipo più specialistico mentre la mobilità verticale può prevedere il passaggio a incarichi di maggiore responsabilità, ad esempio da Esperto a Responsabile del personale di stabilimento/unità locale fino a Responsabile del personale di più unità locali e di aree geografiche più ampie.
Internal auditor
L’Internal auditor verifica attentamente il bilancio dell’impresa e controlla la situazione patrimoniale di ogni comparto aziendale, fornendo analisi, valutazioni, raccomandazioni, informazioni e consigli sulle attività prese in esame. I compiti principali di un Internal auditor sono: a) verificare l’efficacia delle procedure amministrative interne, individuando le aree di rischio; b) formulare protocolli di comportamento e direttive aziendali; c) verificare la corretta applicazione delle direttive, fornendo consulenza sulla loro implementazione; d) controllare le procedure relative alle autorizzazioni interne; e) valutare la rispondenza delle procedure e formulare eventuali correttivi. La necessità dell’internal auditing (controllo interno) nasce generalmente dalla presa d’atto, da parte del management, di inefficienze nella gestione aziendale, o anche dalla richiesta da parte di un revisore dei conti esterno, nel caso in cui sia stata rilevata l’inadeguatezza dei sistemi procedurali di registrazione e imputazione dei conti, ai fini della composizione e certificazione del bilancio. Nell’area della revisione e del controllo, la figura dell’Internal auditor tende negli ultimi anni a diventare una sorta di Responsabile dei sistemi di governo aziendale, ossia un manager in grado di valutare, sviluppare e guidare i sistemi di controllo e di gestione dell’impresa.
Per svolgere la sua attività, l’Internal auditor deve possedere non solo capacità di analisi di tipo “manageriale”, in grado di interpretare i processi organizzativi e gestionali, ma anche una preparazione tecnico-scientifica di livello superiore, unita ad una solida esperienza di lavoro. Questa figura deve inoltre conoscere i sistemi informatici per l’elaborazione di dati statistici e della teoria delle probabilità, nonché per l’analisi dei rischi. Risulta ormai un “prerequisito” essenziale la conoscenza approfondita della lingua inglese. Dal punto di vista personale, egli deve avere doti di grande responsabilità e affidabilità.
Nelle grandi aziende, si può accedere al ruolo di Intenal auditor solo dopo alcuni anni di esperienza, con funzioni di controllo di gestione o provenendo da società di auditing. Da Internal auditor junior, dopo 2 o 3 anni, si diventa IA senior, fino a raggiungere posizioni di livello dirigenziale. Il possesso della qualifica CIA offre ulteriori vantaggi nell’avanzamento di carriera. Maggiori opportunità sono infine offerte a chi sceglie la libera professione, come consulente di grandi società di revisione dei conti. L’Internal auditor, normalmente inserito all’interno della direzione amministrativa o finanziaria, oppure nella sezione della pianificazione strategica, presente nelle grandi aziende, risponde direttamente ai vertici dell’impresa. Questa figura collabora strettamente con gli amministrativi, con i servizi finanziari e legali e con gli Specialisti del bilancio, per ottenere dati e fornire indicazioni. All’esterno dell’impresa, l’Internal auditor si coordina con i Revisori dei conti per la certificazione del bilancio.
Manager della trasformazione digitale
Mentre il dipartimento IT o i consulenti IT potrebbero non comprendere appieno le dinamiche e implicazioni economico-organizzative derivanti dai processi di trasformazione digitale, allo stesso tempo i manager delle altre funzioni potrebbero non avere le competenze tecniche per poter governare opportunamente questi processi di trasformazione. La figura del Manager della trasformazione digitale, dunque, è in grado non solo di capire i requisiti economico-aziendali, ma anche di comprendere i requisiti tecnici, le criticità e le implicazioni relativi ai processi di trasformazione digitale, valutando opportunamente sia le più adeguate soluzioni IT che i relativi servizi di consulenza in relazione al contesto aziendale specifico. In particolare, trova sbocco professionale in aziende private e PA e in organizzazioni internazionali nella pianificazione e gestione IT strategica o operativa.
Il Manager della trasformazione digitale è un tecnico di alto livello che deve avere competenze in materia di: a) natura, funzione e sistema delle imprese; b) strutture e processi di business; c) metodi per effettuare l’analisi di processi di business ai diversi livelli (operativi, di supporto e direzionali); d) tecniche per la rilevazione del fabbisogno informativo; e) tecniche di modellazione dei dati e delle informazioni; f) utilizzo di applicazioni di Business Intelligence; f) tecniche di modellazione e valutazione di processi organizzativi. Per svolgere questi compiti è sempre più richiesta la capacità di utilizzare applicativi software di diversa natura (progettazione, modellazione, simulazione, analisi statistica, ecc.). Risulta indispensabile la conoscenza della lingua inglese, sia per la natura internazionale del percorso e del contesto applicativo, sia per l’utilizzo di sistemi e piattaforme che adottano principalmente questa lingua. Oltre alle numerose competenze tecniche, questa figura deve anche possedere capacità di relazioni interpersonali e attitudine al lavoro di gruppo.
Il manager della trasformazione digitale è una figura che può trovare posizione sia in contesti pubblici che privati. In particolare, per il contesto pubblico è quella figura in grado di comprendere le dinamiche e governare il cambiamento derivante dal processo di transizione digitale; può ricoprire anche il ruolo di Responsabile per la Transizione Digitale (RTD), una figura dirigenziale interna a tutte le PA prevista dal CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale, D.lgs. 82/2005). Nell’ambito privato, il Manager della trasformazione digitale deve essere in grado sia di lavorare nei settori della gestione dei progetti IT, del controllo IT e della consulenza IT, fino all’assunzione di posizioni dirigenziali legate ai processi di digitalizzazione. Tale figura è altresì qualificata per l’inserimento in aziende, anche multinazionali, che forniscono servizi IT e relativi nelle aree di consulenza, vendita IT, gestione di progetti e qualità, gestione di prodotti o servizi e architettura software. Infine, può arrivare a ricoprire il ruolo di Chief Information Officer (CIO), figura strettamente legata all’innovazione e alle nuove tecnologie, inizialmente considerata principalmente una figura tecnica, ma che negli ultimi anni sta assumendo un’importanza sempre più centrale nelle strategie di business aziendali.
Responsabile del bilancio
Il Responsabile del bilancio è colui che si occupa di predisporre, organizzare e presentare il documento ufficiale sull’andamento economico dell’azienda sia all’interno che agli organi esterni preposti al controllo. Le principali attività del Responsabile del bilancio sono: a) l’elaborazione e la redazione del bilancio annuale dell’azienda; b) la raccolta di tutti i dati contabili e il loro inserimento nelle diverse ripartizioni del bilancio; c) la compilazione dei bilanci infrannuali, per verificare eventuali anomalie gestionali e scostamenti dalle previsioni; d) l’adozione dei criteri contabili comuni imposti dalle norme U.E. (Unione Europea), secondo gli IAS (International Acconting Standard).
Il Responsabile del bilancio deve avere conoscenze e competenze in materia di contabilità generale, bilancio di esercizio ai sensi della normativa del codice civile (classificazione, schemi, valutazioni, nota integrativa, ecc.) integrata con i principi contabili nazionali e internazionali; analisi di bilancio; bilanci straordinari; bilancio consolidato; rendiconto finanziario; budget. è opportuna la buona conoscenza della lingua inglese e la capacità di utilizzare fogli di calcolo e software di contabilità.
Per diventare Responsabile del Bilancio si parte generalmente dalla posizione di Addetto alla contabilità, fino ad arrivare al Responsabile del Bilancio consolidato per raggruppamenti di imprese, sia a livello nazionale che internazionale. Le possibilità di mobilità aziendale per questa figura sono molto buone e possono accrescere notevolmente la sua professionalità. Un altro classico percorso di carriera del neo laureato è quello di entrare a far parte, come collaboratore o consulente esterno, in qualità di Certificatore di bilancio o Nelle organizzazioni medio-grandi è un dipendente aziendale, collocato all’interno del settore amministrativo, mentre nelle piccole imprese ricopre funzioni di Responsabile e può operare anche come consulente esterno.
Responsabile della contabilità generale e industriale
Il Responsabile della contabilità generale e industriale è colui che si occupa del coordinamento e della supervisione del lavoro amministrativo-contabile in un’azienda. Di solito viene identificato con il Direttore Amministrativo. L’insieme dei compiti del Responsabile alla contabilità possono essere così sintetizzati: a) predisposizione delle procedure amministrative, contabili e fiscali; b) predisposizione del Bilancio d’esercizio nel rispetto delle norme contabili, civilistiche e fiscali; c) applicazione delle norme legislative e contrattuali per il personale, in materia di lavoro, fiscale, previdenziale e assistenziale; d) applicazione dei principi di contabilità generale e fiscale d’impresa; e) definizione degli indirizzi amministrativo-contabili per gli addetti alla contabilità esecutiva.
Per svolgere il suo lavoro, il Responsabile della contabilità deve possedere, oltre ad una conoscenza specifica dei principi economico-contabili, la capacità di partecipare alle decisioni aziendali, controllandone la corretta e uniforme applicazione in tutti i reparti e fornendo così al management tutti i dati necessari per un’efficace analisi dei costi. In alcune aziende medio-grandi è il Responsabile della contabilità a redigere un “Manuale del piano dei conti”, che contiene tutte le indicazioni da seguire in materia amministrativo-contabile e fiscale. Nelle aziende multinazionali, il Responsabile della contabilità effettua la raccolta telematica presso la sede centrale delle varie scritture contabili ed aggrega i dati delle altre sedi di produzione, nonché redige il bilancio consolidato, applicando gli IAS/IFRS, cioè gli standard contabili internazionali. È indispensabile, per questa figura, la capacità di utilizzare fogli elettronici, database e software gestionali come SAP (System, Applications and Product in Data Processing) e ERP (Enterprise Resource Planning). Requisito fondamentale è inoltre l’ottima padronanza della lingua inglese. Sul piano personale, il Responsabile della contabilità deve possedere abilità manageriali nella gestione delle risorse umane e nelle pubbliche relazioni, per instaurare rapporti interpersonali e collaborativi, sia all’interno dell’azienda con il proprio staff, che all’esterno con clienti e fornitori.
È una figura di quadro intermedio, che può operare non solo all’interno di un’azienda medio-grande, ma anche all’esterno, come consulente. Il percorso di carriera può svilupparsi verso l’assunzione di responsabilità di coordinamento delle varie funzioni amministrativo-contabili, fino ad arrivare alla direzione di reparto. Vista la velocità dei cambiamenti nelle tecnologie, nelle procedure e nelle strategie organizzative, si rendono necessari, per migliorare la propria posizione, aggiornamenti continui in materia di contabilità e in riorganizzazione aziendale. Questo Responsabile ha anche la possibilità di operare come consulente esterno.
Responsabile marketing operativo
Il Direttore del marketing strategico è la figura che, all’interno di un’azienda, coordina l’équipe di esperti e di tecnici che regolano tutte le operazioni di promozione per lo sviluppo e il mantenimento sul mercato di un prodotto o di un servizio. Le indagini di mercato, svolte dallo staff interno all’azienda o da società di servizi, che raccolgono ed elaborano su commissione le informazioni necessarie, rappresentano la “materia prima” del Direttore marketing: gli consentono infatti di individuare le tendenze del mercato, di analizzare i bisogni e le risposte dei consumatori, di prevedere - per quanto possibile - gli esiti di una determinata operazione commerciale. Attraverso l’analisi e la valutazione dei dati raccolti, il Direttore marketing può verificare il successo di un’iniziativa e, nell’eventualità di un insuccesso, cercare di comprendere le cause che l’hanno determinato. Il Direttore marketing programma gli obiettivi commerciali ed è responsabile della messa a punto delle strategie volte al loro raggiungimento. Per questa figura professionale sono quindi molto importanti tutte le attività di pianificazione, che lo portano a: studiare e selezionare il mercato più favorevole; analizzare le offerte della concorrenza e confezionare il proprio prodotto o servizio in modo da contrastarle efficacemente; individuare i mezzi pubblicitari e promozionali più opportuni, calcolarne i costi e definire il budget; indicare ai settori ricerca e produzione gli orientamenti da seguire per il miglioramento dei prodotti.
Il Direttore del marketing strategico deve conoscere bene il mondo della comunicazione, quello commerciale e quello produttivo, deve inoltre avere una solida cultura finanziaria, saper interpretare i mutamenti del mercato, dopo aver acquisito una conoscenza ancora più approfondita dei prodotti o dei servizi di cui si occupa. Le competenze previste per questo ruolo sono: familiarità con i metodi statistico-informatici per il trattamento dei dati; nozioni di economia politica, aziendale e di diritto commerciale; cognizioni approfondite di strategia, pianificazione, direzione ed organizzazione del marketing; ottima conoscenza di almeno una lingua straniera; solida cultura nell’ambito delle tecniche di comunicazione. Altri requisiti fondamentali che il Direttore marketing deve possedere sono: a) capacità comunicative; b) attitudine al problem solving; c) abilità nel gestire le risorse umane a propria disposizione; d) capacità negoziale, di analisi, di sintesi e di anticipazione; e) facoltà di persuasione; f) attitudine al lavoro di gruppo; g) disponibilità, curiosità e volontà di mantenersi costantemente aggiornato.
Questa figura professionale è diffusa soprattutto in imprese medio-grandi. Data la crescente importanza attribuita alle strategie di comunicazione e di marketing, numerosi enti pubblici (università, ASL, ministeri, etc.) si stanno dotando di questa figura. Si perviene a questa carica dopo aver maturato esperienze significative nella medesima azienda o in aziende diverse, nel ruolo ad esempio di Responsabile del marketing operativo.
Revisore di bilancio
Il Revisore di bilancio è colui che studia i bilanci delle aziende e, con una relazione finale, ne “certifica” l’attendibilità, a garanzia della solididità economica dell’impresa stessa. Le complesse e numerose attività del Revisore di bilancio (Certificatore di bilancio, Auditor esterno o Supervisor) possono essere così sintetizzate: a) controllo legale dei conti e dei documenti contabili, fornendo in materia una consulenza tecnica, giudiziaria, civile e penale; b) preparazione di documenti di sintesi di situazioni contabili, nonché dei bilanci periodici e di esercizio; c) analisi dei conti e dei risultati finanziari; d) revisione e organizzazione delle procedure e dei sistemi contabili; e) consulenza fiscale; f) consulenza ed assistenza di natura giuridica in materia di società; g) consulenza finanziaria per la messa a punto di piani di investimento e di finanziamento; h) gestione del portafoglio titoli e gestioni fiduciarie. In sintesi, il Revisore di bilancio mette a punto l’offerta al cliente, ne gestisce l’incarico di revisione e organizza il team di lavoro.
Revisore di bilancio deve innanzitutto padroneggiare perfettamente, oltre alle norme nazionali, europee e internazionali per la corretta gestione aziendale, ogni aspetto della struttura e della legislazione dei bilanci, comunemente rappresentati dai tre “pilastri contabili”, che sono lo stato patrimoniale, il conto economico e il conto finanziario. È inoltre necessario che il Revisore abbia un’ottima capacità di lavorare su tecnologie informatiche e telematiche. Le qualità personali più importanti per svolgere queste funzioni di grande responsabilità sono: la precisione, il rigore e la riservatezza. La padronanza della lingua inglese deve essere centrata sia sui termini tecnici, sia sulla capacità di redazione del documento di certificazione.
Il Revisore del bilancio che lavora all’interno di una società ha un percorso di carriera preciso: junior (un anno di esperienza), semi-senior (due anni di esperienza), senior (quattro anni di esperienza). Raggiunto questo livello, i migliori professionisti possono venire assunti come Senior controller, Direttori amministrativi e finanziari o come Assistenti ai direttori generali. Il livello successivo è diventare partner o socio, posizione che rappresenta il vertice della carriera, con possibilità di guadagno commisurate ai profitti dell’azienda.